Sabina Guidotti - Barbara Colombotto Rosso

Sceneggiatrice per il cinema, drammaturga, scrittrice, docente.

Consegue il diploma di Sceneggiatrice col massimo dei voti all’Accademia Nazionale del cinema di Bologna, nel Corso tenuto da Guido Fiandra col quale da quel momento comincia a collaborare. Continua gli studi con personalità del mondo della narrativa quali Francesco Scardamaglia, Tonino Guerra, Jean-Claude Carrière. Determinante l’incontro con Vincenzo Cerami che diviene suo maestro e mentore. Per il teatro collabora con Ascanio Celestini ai laboratori che porteranno in scena lo spettacolo La pecora nera.
Intesse un duraturo rapporto di amicizia e di reciproca stima con Alda Merini, che firma la prefazione al testo L’ipotesi, un soggetto cinematografico che la grande poetessa la aiuta a pubblicare in una versione illustrata con le serigrafie di Ugo Nespolo. Il testo viene presentato su Rai 1 da Vincenzo Mollica nella sua rubrica di approfondimento Do Re Ciak Gulp. Il racconto sull’amata poetessa, L’anima della luce, scritto in occasione della mostra Ultimo atto d’amore tenutasi a Milano nel primo anniversario della morte della poetessa, è pubblicato nel libro Testimonianze. Per il teatro scrive Giuda – La verità di un traditore, pubblicato sulla rivista Teatri della diversità.
Nel campo della narrativa ha svolto diversi ruoli tra i quali consulente editoriale per Mondadori, ghostwriter e editor per alcune delle principali case editrici italiane. Diventa stretta collaboratrice di Sergio Altieri sia per le collane Urania e Segretissimo, sia nello sviluppo di sceneggiature. Con lo scrittore fonda la collana Epix che si occupa del fantastico italiano. Con Altieri lavora ad alcune sceneggiature americane. Come autrice scrive insieme a Danilo Arona il romanzo fantastico Land’s end, edito da Meridiano Zero. Pubblica inoltre i racconti La cartomante nella raccolta Il giallo sovrano, 16 racconti sulla strada per Carcosa, e Il mantello dell’uomo nero, nell’antologia Chi ha paura dell’uomo nero?, entrambi editi da Delmiglio editore. Da diversi anni insegna tecniche della narrazione.

Barbara Colombotto Rosso è nata a Torino dove vive tuttora con la sua famiglia.
Ha scritto Anima violata (Ananke, 2008), Viaggio nel mondo degli Gnomi (Libreria Geografica, 2016), La Favola dei Viali (per Carmila, Carrefour Property, 2017), La Storia di Ettore Rosso Fuoco (sceneggiatura per Art Swiss Entertainment, 2018), 2020 Quaranta voci da un isolato frattempo (2023, Pathos Edizioni).
Ideatrice del blog “illentodardodellabellezza”, socio fondatore e presidente di Magica Torino Associazione Culturale dal 2015, ha curato numerose mostre di arte contemporanea, cataloghi, testi critici e prefazioni a pubblicazioni di altri autori.
Svolge attività di copywriter freelance.

ELLE, MARIELLE

AUTRICI: Sabina Guidotti - Barbara Colombotto Rosso

Blanquefort sur Briolance. Marielle e Jérôme Duchamp sono innamorati e felici. Per coronare il sogno d’amore della loro vita coniugale, manca solo un figlio, ma quel figlio non arriva e presto il desiderio di maternità della donna si trasforma in una vera e propria ossessione.
Chi è realmente Marielle? Che cosa accade nella sua mente?
Un sottilissimo file rouge lega la sua storia a quella di Susanne Vaudémont, la prozia pittrice vissuta un secolo prima, che soffriva di fissazioni sino a sviluppare una doppia personalità, dipingendo creature fantastiche, a volte ripugnanti. Tra di esse prende vita la Regina Blu con la quale la donna stabilisce un rapporto così reale ed intenso da dialogare con lei ed obbedire ai suoi ordini. Tutto precipita quando nella villa di famiglia, dove, dopo essere rimasta vedova, Susanne ha accolto anche la sorella Georgette ed i relativi figli gemelli, Isabelle e Gasparre, arriva la governante Emma. La gelosia nei confronti di Emma travalica fino al punto in cui, dopo aver consultato una maga cultrice del voodoo, Susanne pratica un rito che si rivelerà del tutto inefficace. Decide così, spinta anche dalla voce della Regina Blu, di uccidere Emma.
La morte della donna cambia il corso degli eventi ed il gesto efferato compiuto dalla pittrice innesca un meccanismo perverso influendo ineluttabilmente sul karma delle generazioni future. Marielle, infatti, pur essendo inconsapevole della storia della prozia Susanne, sfiorerà la follia, fino ad inventare una gravidanza inesistente, mentendo a tutti, forse anche a se stessa, inscenando addirittura il parto lontano da occhi indiscreti per riuscire a portare a termine il suo piano rocambolesco.
Sarà la madre Isabelle, adorata nipote di Susanne, a porre fine al grande bluff che Marielle aveva architettato raccontando di aver dato alla luce, prematuramente, un neonato morto. Non c’è nessuno dentro a quella piccola bara bianca e Isabelle, irrompendo in chiesa durante la funzione funebre, dovrà fare i conti con il dolore ed il confinamento della figlia in una clinica psichiatrica.